04.06.16 - Uno strano connubbio quello che può esserci tra una stazione di servizio, un improvvisato campo profughi e il cinema... meno quando il cinema è il Cinéma du Desert che da anni arriva in Africa, Asia e naturalmente Europa. Per fare cosa? Sicuramente per trasportare tanto materiale nelle mani di chi ha bisogno... o realizzare anche progetti veri e propri come Radio Sanagani in Mali. Ma la vocazione del Cinéma du Desert è quella di portare qualche ora di svago, ma anche di informazione e cultura, dove ce ne è più bisogno; dalle steppe della Mongolia alla brousse dell'Africa Occidentale.
E ora non poteva, il Cinéma du Desert, non arrivare qui sul fronte europeo tra chi fugge dalla guerra e chi teme l'arrivo di migliaia di profughi; un fenomeno migratorio che oltre che essere stato determinato da una politica globale dissenata, arrogante e opportunista ci vede e vedrà nel prossimo futuro coinvolti anche qui in Italia.
Pur essendo già da anni uno dei principali hub d'ingresso per profughi e migranti, l'Italia, da paese poco o tanto "ospitante" dovrà cominciare ad assumersi una maggiore responsabilità dotandosi di competenze specifiche nella gestione dei flussi ma sopratutto, cosa mai fatta, nell'integrazione di tali flussi.
Resistiamo stiamo umani. Anche qui dal fronte.
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